La tradizione dello sciroppo di rose
Nella mia Valle, fra maggio e giugno, si lavorano le rose. Una tradizione antica e autentica – oggi ce ne sono troppe inventate! – che si tramanda da secoli nelle famiglie. Ogni primavera, appena comincia la fioritura delle rose, inizia anche il lavoro per fare lo sciroppo e lo zucchero rosato. Due specialità singolari con radici molto antiche, testimoniate da documenti che riportano indietro di diversi secoli. Tuttavia, la storia non è l’argomento di queste poche righe, che invece vorrei dedicare alla tradizione, cioè a quel passaggio continuo fra le generazioni segnato dalla consuetudine di produrre e consumare certe specialità originali come lo sciroppo di rose e lo zucchero rosato, cioè la confettura di petali.

Le rose usate per queste due produzioni appartengono alle
cosiddette rose antiche e probabilmente, sono popolazioni selezionate nei
secoli a livello locale. Ciò che le rende adatte allo scopo è il profumo
intenso, persistente e molto più accentuato di tante altre varietà di rose. Qui
in alta valle Scrivia non ci sono roseti sterminati, né piantagioni diffuse
come in certe zone della Bulgaria, del Marocco o della Turchia, paesi
produttori di estratto di rose per l’industria cosmetica. Da noi, quasi ogni
giardino o aiuola sotto casa aveva una pianta di rose da sciroppo, talvolta
capace di produrre fiori appena sufficienti per fare una manciata di bottiglie
di sciroppo per il consumo annuale.

Per chi volesse saperne di più:
Sergio Rossi, Sciroppo di Rose, la tradizione ligure delle rose antiche, Sagep Editore;
Ilaria Fioravanti e Maria Giulia Scolaro, Rosa Rosae, declinare la rosa in cucina,
Sagep Editore.
non so perché ma speravo di trovare una ricetta... mia nonna lo faceva ma sempre in gran segreto
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